Gli scritti sul Tao sono deliberatamente oscuri.
Perché? Perché gli autori amano il Tao.
Il percorso è troppo arduo per garantire sicurezze.
I pigri guardano altrove.
Una volta un esperto calligrafo piuttosto eccentrico disse: <<Quando le persone apprezzano il mio lavoro, mi stringo nelle spalle. Se lo trovano oscuro, sono contento>>.
Non sempre gli scritti sul Tao sono di facile comprensione. Spesso nemmeno i monaci giunti a termine di un lungo apprendistato riescono a interpretare le scritture. Alcuni accusano perciò i seguaci del Tao di essere freddi e elitari. In realtà, gli autori si esprimono in maniera oscura solo perché amano moltissimo il Tao, e desiderano che a conoscerlo siano solo quanti sono veramente in grado di apprezzarlo. Non vogliono inquinarlo dandolo in pasto a una massa di curiosi annoiati. Se tutti amassero veramente il Tao, sarebbe possibile parlarne liberamente.
Di fatto, i maestri hanno già svelato ogni segreto. Nella loro compassionevole determinazione a comunicare le loro intuizioni, hanno sempre cercato di offrirci i loro messaggi. I libri sacri sono pieni dei segreti della vita: se continuano a sembrarci segreti, è solo perché non ci concediamo il tempo di leggerli davvero.
Siamo forse capaci di scorgere i gioielli che si celano nel fango?
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