- I venti agitano il bambù, ma quando se ne vanno, le canne tornano silenziose.
- Le anatre atterrano nel lago ghiacciato, ma quando volano via non resta alcun riflesso.
- Cosi, una volta sedato il polverone, la mente si acquieta.
Le vicende del mondo vengono spesso eufemisticamente definite <<un gran polverone>>: un affannarsi continuo che non si può eliminare con un semplice colpo di spugna, ma in cui è altrettanto impossibile trattenersi a lungo. Possiamo cercare il distacco nella meditazione, ma finché gli stimoli esterni continuano a bombardarci la mente non ci è dato di trovare la vera quiete meditativa. Se non ci lasciamo coinvolgere dalle difficoltà del mondo, non subiremo nemmeno i suoi influssi e i suoi stimoli: soltanto allora la nostra mente sarà tranquilla. E una mente tranquilla può raggiungere gli stati supremi e più sublimi dell'esistenza. Inutile dire che l'allontanamento completo dalle tribolazioni, i pericoli, le tentazioni dei sensi e le pastoie della vita quotidiana sarebbe un ottimo metodo per ottenere i risultati voluti. Se ci sentiamo pronti per questa rinuncia e ci possiamo permettere il lusso della scelta, dovremmo agire senza nessuna esitazione. Ma se siamo costretti a restare qui ancora un po', e ciononostante desideriamo esercitarci nell'arte della tranquillità, il ritiro, sempre necessario, sarà di portata più modesta. Potremmo cosi raggiungere la quiete, anche se per periodi brevi e transitori.
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